Nato a Ferrara nel 1976. Ingegnere civile, è un artista specializzato in disegni di grandi dimensioni a penna Bic (alcuni arrivano addirittura a 8 metri di lunghezza). Sorprende per la sua maniacale abilità disegnativa, cui fa da contraltare un forte aspetto concettuale improntato sulla caducità della vita, sull’assoluta prossimità e vicinanza della morte. Le sue opere, tutte realizzate a mano libera avvalendosi unicamente di una quadrettatura, sono inizialmente incentrate sul tema degli insetti, sulla loro esistenza effimera e nel contempo affascinante, cui dedica un anno di ricerca. In seguito realizza, utilizzando sempre la penna biro, un altro ciclo di disegni incentrato sul tema della caducità dell’esistenza di scrofe e maiali, a cui segue, grazie alla collaborazione con una biologa marina della Nuova Caledonia, una serie di opere che fanno riflettere sui pericoli che l’attività antropica sta determinando per la fauna marina tropicale. Successivamente Carrà ha rivisitato alcuni capolavori di grandi artisti del passato: da Brueghel, reinterpretato alla luce del terremoto del 2012, a Zurbaran e Bosch, metafore per una riflessione sulla crisi morale della nostra epoca. Ha esposto alla Biennale di Venezia e in mostre personali al Museo di Storia Naturale e al Museo Casa Ludovico Ariosto di Ferrara, a Broni (Villa Nuova Italia), alla Galerie Antonio Nardone di Bruxelles, e a diverse fiere tra cui quelle di Miami, Basilea e Lugano.