Maria Lai (Ulassai, 1919 – Cardedu, 2013)
Maria Lai nasce il 27 settembre 1919 a Ulassai, in Sardegna, e passa la prima infanzia a Cardedu. Frequenta la scuola media a Cagliari dove il suo professore di italiano e latino è lo scrittore e giornalista Salvatore Cambosu, che le trasmette l’amore per la poesia e le insegna l’importanza del ritmo. Nella seconda metà degli anni Trenta prende per la prima volta lezioni di modellato dallo scultore Francesco Ciusa, che le insegna a maneggiare la creta, e incontra l’artista futurista Gerardo Dottori.
Nel 1940, spinta dal desiderio di seguire la sua vocazione artistica, si trasferisce a Roma per iscriversi al Liceo Artistico di via Ripetta, dove ha come docente lo scultore Renato Marino Mazzacurati. Incoraggiata da questo incontro, terminati gli studi, si traferisce nuovamente e si iscrive all’Accademia di Belle Arti di Venezia per studiare scultura nella classe di Arturo Martini. Nella seconda metà degli anni Quaranta rientra poi in Sardegna dove incontra lo scrittore Giuseppe Dessì e, nel 1953, viene allestita la sua prima personale presso l’associazione Gli Amici del Libro di Cagliari.
Tornata a Roma nel 1956 frequenta Giuseppe Dessì insieme ad altri intellettuali, scrittori, artisti e musicisti. Durante gli anni Cinquanta sperimenta la tecnica grafica e pittorica e, nel 1957, espone i suoi disegni alla Galleria dell’Obelisco di Roma. Segue per lei un decennio di profonda riflessione e mutamento in cui abbandona progressivamente la figurazione per dedicarsi alla sperimentazione di nuovi materiali fino ad approdare alla realizzazione dei “Telai”, presentati nel 1971 presso la galleria Schneider di Roma. Prosegue la sperimentazione artistica e nel 1975 espone presso la galleria Arte Duchamp di Cagliari presentando le “Tele cucite”. Nel 1978 partecipa alla Biennale di Venezia nell’ambito della mostra Materializzazione del linguaggio curata da Mirella Bentivoglio. Alla fine degli anni Settanta, dopo un periodo di sperimentazione in cui predilige l’uso di stoffe e fili, realizza i “Libri cuciti” e le “Geografie”. Nel 1979 opera per la prima volta in uno spazio pubblico e realizza a Selargius la Casa Cucita: cuce la parete esterna di una casa trapassando più volte l’intonaco con ago e filo.
Nel 1981dà vita a Ulassai a Legarsi alla montagna, primo intervento di arte partecipata in Italia: gli abitanti del paese legano con un nastro azzurro le case tra loro e poi alla montagna sovrastante in modo da simboleggiare l’armonia fra l’uomo, la natura e l’arte. Parallelamente continua la sperimentazione artistica con stoffe e fili: nascono così i “Lenzuoli” e i “Libri cuciti” si declinano in fiabe.
Nei primi anni Novanta torna a vivere in Sardegna dove realizza numerose performance, azioni teatrali e ambientali, e continua a sperimentare e creare declinando in maniera sempre nuova i temi a lei cari. Scrive poi numerosi trattati in cui indaga il ruolo dell’artista, tenta di realizzare una guida per la lettura delle opere d’arte di tutte le epoche (La Barca di Carta, 1996) e crea giochi che rimandano al ruolo dell’arte (I luoghi dell’arte a portata di mano, 2002 e Il Gioco del volo dell’oca, 2003). Nel 2004 le viene conferita la laurea honoris causa in Lettere presso l’Università degli Studi di Cagliari. Il 16 aprile 2013 si spegne infine nella sua casa di Cardedu.
(Giulia Brandinelli)