Milano

22.03.2019 / 25.03.2019

Dopo gli emozionanti riconoscimenti riscossi alla Torre Prendiparte a Bologna, una esperienza toccante di ascesa spirituale attraverso l'arte, ora al MIA Photo Fair, la fiera d'arte dedicata alla fotografia e alle immagini in movimento, siamo stati scelti per la sezione "Beyond photography" come realtà tra le più rappresentative e attive in Italia nel settore della fotografia di ricerca. Esporremo, proprio vicino allo spazio della BNL e di fronte allo stand di Massimo Minini, le opere di Anna Di Prospero dal sottile spirito preraffaellita e intimista e, in anteprima, le fotografie di Jacopo Valentini che verranno presentate a Fotografia Europea a Reggio Emilia: una psico-geografia del territorio per cui è risultato vincitore per la sua sezione alla Collettiva Giovani Artisti della Fondazione Bevilacqua La Masa a Venezia.
Avrete anche modo di ammirare le opere con cui Anna è risultata vincitrice del Premio Fotografia di Architettura, esposte in una sezione appositamente creata all’interno della fiera.  La giuria, composta da Tiziana Bonomo, direttore di ArtPhotò, Fabio Castelli, direttore di MIA Photo Fair, Subhash Mukerjee, architetto e vicepresidente Fondazione dell’Ordine degli Architetti di Torino, Fabio Novembre, architetto e designer e da Francesca Taroni, direttore della rivista Living -Corriere della Sera, ha infatti deciso di assegnare all’unanimità il Premio al lavoro di Anna Di Prospero dal titolo "Urban Self-Portrait" (2010-2015) , un progetto fotografico a lungo termine incentrato sulla relazione tra luogo e persona, “per aver saputo cogliere la connessione tra individuo e architettura – come quella dell’Auditorium Oscar Niemeyer di Ravello, la Chiesa del Giubileo di Roma di Richard Meier, il quartier generale Vodafone a Oporto (Portogallo) firmato dallo studio Barbosa & Guimarães e la sede dell’Acquario Nazionale della Danimarca Den Blå Planet di Copenhagen, progettato dallo studio di architettura danese 3XN. Attraverso pose sinuose interpretate dall’artista, le architetture si trasformano in elementi dinamici e il corpo in un’architettura morbida, come un elemento della composizione. Questi autoritratti urbani sono piccoli atti performativi dove l’artista non è mai protagonista bensì testimone di una realtà creata attraverso l’atto fotografico. La fotografia diventa così il mezzo d’interazione con la dimensione esterna e lo scatto una proiezione del mondo interiore. La giuria intende così premiare l’intero corpus lavorativo di questa giovane artista, che cammina coraggiosa sul crinale del selfie da social networks, padroneggiando con sapienza il mezzo fotografico e mantenendo una posizione chiara e poetica”.

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