Silvia Camporesi
a cura di Maria Livia Brunelli
a cura di Maria Livia Brunelli
Silvia Camporesi ha esplorato nell’arco di un anno e mezzo tutte le regioni italiane alla ricerca di paesi ed edifici abbandonati. “Atlas Italiae” è il risultato di questa raccolta di immagini, una mappa ideale dell’Italia che sta svanendo, un atlante della dissolvenza. Si scoprono così luoghi nascosti e spesso mai svelati, magici nelle loro smagliature scrostate, pervasi da energie impalpabili. La serie fotografica si presenta come una collezione poetica di luoghi (borghi disabitati, architetture fatiscenti, archeologie industriali) fondata sulla ricerca di frammenti di memoria. Questa mappatura non ha intenti di denuncia, ma riprende idealmente lo spirito del Grand Tour, della ricerca di vestigia passate, ancora portatrici di tracce di vite vissute, con cui confrontarsi per riflettere sul presente al fine di immaginare il futuro. Una volta gli artisti andavano alla scoperta delle rovine romane, oggi Silvia Camporesi ricerca le rovine contemporanee per osservare lo scorrere del tempo.
In occasione della mostra alla MLB Maria Livia Brunelli, la home gallery ferrarese di fronte al Castello Estense, l’artista ha deciso di approfondire la sua esplorazione sul territorio ferrarese sulle orme degli affascinanti luoghi descritti da Giorgio Bassani, scrittore nato proprio a Ferrara e da lì divenuto celebre internazionalmente grazie a “Il Giardino dei Finzi Contini”. Una assonanza spirituale lega lo scrittore alla fotografa forlivese, perché la Camporesi sviluppa e prosegue l'esortazione di Bassani ad onorare e rispettare le vestigia del passato italiano, quell’ “Italia da salvare” che è stata alla base della sua attività in "Italia Nostra", vestigia che, secondo la Camporesi, non si limitano al passato “alto” del Rinascimento ma sono anche quelle della storia più recente che, osservate con più attenzione, non sono meno degne di rispetto e cariche di fascino.
Parte delle foto che compongono l’installazione esposta alla MLB è stata infatti scattata a Ferrara sull’onda delle evocazioni dei giardini e degli scorci descritti da Bassani nei suo libri. Quelle che compongono la grandiosa installazione sulla parete centrale della galleria sono tutte fotografie stampate in bianco e nero e poi minuziosamente colorate a mano dall’artista, per ridare concettualmente vita a luoghi e storie che il colore l’hanno perduto, ma che Silvia Camporesi ha deciso di riportare alla luce e alla memoria.
Pubblico di appassionati ed artisti al vernissage e alla cena
Il finger food creato da Silvia Brunelli ispirato alle opere in mostra