INSIDE-OUTSIDE.
Due artiste allo specchio: Milli Gandini e Simona Ghizzoni + un film di Sergio Racanati
MLB Gallery, Arte Fiera Bologna.
Per Arte Fiera Bologna 2024, Maria Livia Brunelli della MLB Gallery di Ferrara, con la collaborazione di Manuela Gandini, propone un progetto curatoriale inedito di riscoperta e rilettura del lavoro dell’artista storica Milli Gandini in un audace confronto con le opere dell’artista attivista contemporanea Simona Ghizzoni. In entrambi i casi, la metamorfosi del corpo, del ruolo e delle identità femminili sono al centro della speculazione filosofica e politica delle due artiste in tempi e spazi diversi.
Due generazioni lontane, accomunate dal fil rouge dell’arte come dispositivo di trasformazione coscienziale, politica e sociale. Milli Gandini - che con Mariuccia Secol è tra le fondatrici nel 1974 del Gruppo Femminista Immagine di Varese - decise di non spolverare più, non lavare i vetri, non pulire i pavimenti. Quando la casa fu sufficientemente sporca, tracciò il simbolo femminista sulla polvere e scrisse lo slogan “salario al lavoro domestico” su finestre, mobili e scaffali. Chiese a una compagna del gruppo di posare per una serie di scatti fotografici, trasformando la casa (INSIDE) in un terreno di lotta femminista, in un manifesto, in un’opera. Poi prese le pentole nelle quali aveva cucinato fino ad allora e decise di chiuderle con il filo spinato, dopo averle dipinte con smalti multicolore.
Il Gruppo Immagine è stato il primo gruppo femminista ad essere invitato alla Biennale di Venezia del 1978, a cui è seguito il gruppo di Mirella Bentivoglio pochi mesi dopo.
La pratica politica e artistica del movimento varesino si fondava sulla rivendicazione del salario al lavoro domestico e la richiesta di riconoscimento da parte dello Stato dell’enorme, incessante carico di lavoro femminile, invisibile e svalorizzato. La peculiarità della lotta decennale intrapresa dal gruppo - composto da Silvia Cibaldi, Milli Gandini, Clemen Parrocchetti, Mariuccia Secol, Mariagrazia Sironi - consiste nell’utilizzare le pratiche dell’arte, e non solo di autocoscienza e rivendicazione, per incidere politicamente a livello teorico ed espositivo, anche nelle maggiori sedi istituzionali europee.
Il gruppo adotta lo slogan “La mamma è uscita”, una sorta di manifesto politico e statuto esistenziale di cui la MLB Gallery presenta un distillato di dieci fotografie in bianco e nero “della polvere” e tre collage di Milli Gandini raffiguranti “pentole e scolapiatti inusabili”, a sancire la perenne attualità di istanze rimaste senza risposta.
Si aggiunge dunque un altro tassello alla ricostruzione di quel periodo storico, per decenni dimenticato, iniziato con la mostra Il soggetto imprevisto. 1978 Arte e femminismo in Italia, curata da Marco Scotini e Raffaella Perna ai Frigoriferi Milanesi nel 2019, dove Milli Gandini compare tra le figure eminenti dell’epoca.
Di Simona Ghizzoni, che incarna la generazione della terza ondata del femminismo, vengono presentati quattro corpus di lavori che tracciano il percorso evolutivo dei suoi progetti fotografici, poetici e politici. In Between (2006) una donna evanescente a filo d’acqua, in un panorama alla Tarkovskij (OUTSIDE), inaugura un viaggio interiore verso la propria essenza critica. I ruderi, l’umidità, la campagna e i boschi ereditati dalla linea materna dell’artista sono sfondo e centro dell’opera. Silenzi siderali e feconde solitudini diventano entità palpabili del paesaggio.
“Il paesaggio infatti – afferma Ghizzoni – è il mio autoritratto”, è l’ estensione del suo corpo e dei suoi sensi ai regni animale, vegetale e minerale; è il ripristino simbolico della relazione con il vivente-non-umano che, come umanità, abbiamo tranciato. L’identità individuale e il rapporto perduto con la terra accendono la riflessione di Ghizzoni che, attraverso i suoi set, cancella i confini. La donna, dall’abito rosso, non è più Inside, come negli anni settanta, ma Outside e cerca l’anello di congiunzione con gli ecosistemi.
Se la letteratura eco-femminista denuncia la violenza sul corpo femminile come appartenente al medesimo atteggiamento predatorio dell’uomo nei confronti della terra, l’opera di Simona Ghizzoni ne sintetizza visivamente il concetto in Selvatica (2023). Selvatica è un lavoro inedito, un’investigazione poetica della complessità naturale che documenta e incanta. Ad esempio, dopo il grande incendio nel Montiferru in Sardegna, l’artista ha fotografato in bianco e nero un paesaggio spettrale, cinereo, oscuro, mettendo poi in evidenza, con una colorazione manuale ad acquerello, la vita che rinasce, come i rari germogli che cercano di riaffacciarsi alla vita.
Quando, negli anni Settanta, il Gruppo Immagine dichiarava: “La mamma è uscita”, sorgeva la domanda: “Dove è andata?”. Oggi, in un salto quantico, pensando al lavoro di Ghizzoni, potremmo affermare:“La mamma è andata in Sicilia nel bosco di betulle, è andata nella Valle di Comacchio oppureè a Gaza -(dove l’artista ha effettivamente vissuto per anni). - E’ andata a specchiarsi negli animali, nell’acqua e nelle foglie, è andata a cercare se stessa tra macerie e germogli nella pluralità intelligente dell’esistenza”.
Il progetto curatoriale Inside-Outside si completa con la presentazione, in stand, di un corto dell’artista film-maker Sergio Racanati che intervista Mariuccia Secol, attivista e artista, autrice con Milli Gandini del volume “La mamma è uscita” (DeriveApprodi).
Il film è stato realizzato per l’occasione, per fornire al pubblico l’importantissima testimonianza storica di una delle protagoniste dell’arte femminista italiana.