Tutti a Verona per degustare risotto all’amarone e due fettine di soppressa...e per immergersi tra gli stand di una delle fiere che negli ultimi anni è tra le più frizzanti del panorama italiano, ArtVerona. Una fiera radicata nel tessuto imprenditoriale del territorio che ha messo al centro la figura del collezionista: un collezionismo giovane e dinamico che sta dimostrando un interesse sempre più forte per l’arte italiana.
Per questa nuova edizione diretta da Adriana Polveroni, La MLB presenta una indagine sul concetto di visione.
Simbolo di questa indagine sono una serie di opere recenti di Mario Cresci in cui l’artista interviene su riproduzioni di famosi ritratti del passato per reinterpretarli attraverso la sua sensibilità. Così il celebre scatto di Pierre-Louise Pierson della Contessa di Castiglione, affascinante femme fatale del Risorgimento, viene piegato dall’artista per mettere in evidenza aspetti della fotografia originale che lo interessano, come la sinuosità e l’ammiccante occhio della contessa che si nasconde dietro una improvvisata mascherina. Un simile procedimento viene utilizzato per un altro scatto iconico, il magnetico ritratto di Pablo Picasso realizzato da Irving Penn, che torna “vivo” e tridimensionale attraverso l’applicazione di un secondo occhio accartocciato che rende volumetrica la fotografia originaria. Racconta Cresci: “Il foglio di carta assume valenza materica, che non tradisce la fotografia ma certamente non appartiene ai suoi canoni: diventa volume, oggetto”.
Da guardare con estrema attenzione sono anche le nuove opere di Silvia Camporesi della serie “Mirabilia”, che prosegue l’indagine dell’artista sul territorio italiano: dopo il successo di “Atlas Italiae”, una mappatura dei luoghi abbandonati, ora è iniziato per la Camporesi un nuovo viaggio alla scoperta di luoghi speciali, meraviglie della natura, costruzioni bizzarre, musei insoliti di cui l’Italia è incredibilmente ricca: un patrimonio che lo sguardo dell’artista ci svela con sottile poesia. Scopriamo così una surreale costruzione che ricorda la tipica edilizia dello Yemen o del Mali o del Marocco e invece è un castello realizzato interamente in sabbia, appartenente al Museo delle sculture di sabbia di Cervia. Lo spaesamento deriva anche dall’incapacità di percepire le dimensioni dell’oggetto fotografato, come nella “casa del sale”, sempre a Cervia. L’artista ha scelto di stampare alcune immagini di questa nuova mappatura in bianco e nero e poi colorarle a mano con grande pazienza tramite matite colorate: un gesto simbolico e concettuale per ridare vita a questi luoghi, che solo un occhio attento può assaporare in tutto il loro prezioso valore.
Anna Di Prospero presenta una serie di nuove opere che appartengono alla serie “Beyond the visible”, un lavoro incentrato sull’analisi dell’inconscio; rappresentano il fascino di una bellezza che non è mai perfetta e insieme creano una storia nella quale lo spettatore può vivere una riflessione personale e introspettiva, immerso in una suggestione fiabesca dove ogni cosa è accennata ed evocata. Un sogno rosa che riporta a memorie d’infanzia, a giochi in giardino di cui si è sfumata la memoria, ma proprio in questa indefinitezza risiede la magia della nostalgia. Una ricerca introspettiva di indagine sulla quotidianità che prosegue la fortunata serie Self-portrait with my family, in cui l’artista ha sviluppato una ricerca su i suoi legami più intimi mettendo in luce la dinamica dei rapporti affettivi con delicata empatia e sottili giochi di luce.
Una stanza-Wunderkammer immette poi alla scoperta di una intrigante selezione di opere di Stefano Bombardieri, Marcello Carrà, Marco Di Giovanni, Alfred Drago Rens, Ketty Tagliatti e Stefano Scheda, con lavori in gran parte inediti presentati per l’occasione.