Barbara Capponi/Babas
a cura di Maria Livia Brunelli
a cura di Maria Livia Brunelli
“Mille innamoramenti”, la mostra di Barbara Capponi, in arte Babas, ispirata all’esposizione di Palazzo dei Diamanti che ha per protagonista il geniale artista olandese Maurits Cornelis Escher.
Scrive di lui Marco Bussagli: «L'arte di Escher nasce dalla capacità di lasciarsi stupire, meravigliare dalla realtà e dalla natura, viste attraverso la lente deformante e pure rigorosa della geometria. E dell’ironia, presente nei suoi lavori più di quanto non si noti». Il senso della meraviglia, il profondo amore per la natura, continua fonte d’ispirazione, e l’ironia sono anche alla base della poetica di Barbara Capponi. Attraverso l’utilizzo sapiente di questi elementi entrambi gli artisti danno vita a sorprendenti mondi immaginari.
“Voglio trovare la felicità nelle cose più piccole, come una pianta di muschio di due centimetri che cresce su una roccia e voglio provare a lavorare su quello che desidero fare da tanto tempo: copiare questi soggetti minuscoli nel modo più minuzioso possibile…”, scrisse Escher, e sembra di sentire in queste parole la stessa intensità che anima i Retablos di Barbara Capponi, dove l’attenzione è portata su dettagli microscopici. Protagonisti e storie sono catturati dentro piccole scatole magiche che generano stupore: i diorami, ispirati agli altari domestici della tradizione messicana, sono come wunderkammer portatili. Attraverso scene tridimensionali raccontano eventi topici, incontri che cambiano la vita, personaggi e allegorie fermati in un istante e messi a fuoco dal titolo. Come nell’opera in mostra “Amore a prima vista”: il colpo di fulmine tra due creature che abitano agli antipodi - una zebra e un pinguino - ma riconoscono immediatamente la propria affinità.
E proprio al concetto di amore è dedicata la mostra. Un mandala scritto a mano riunisce più di “mille innamoramenti” dell’artista: tutte quelle persone, personaggi, libri, luoghi, animali, scrittori, canzoni che le hanno fatto battere il cuore. Un ricamo bianco su bianco evoca, come in un sussurro, una frase d’amore. I ritratti di famiglia hanno per protagonisti, a sorpresa, solo i bambini. Le ironiche medaglie al valore sono un necessario tributo per chi si è innamorato e ha sofferto, perché, dice Barbara, “le pene d’amore lasciano cicatrici che sono come decorazioni”, testimonianze di ferite a cui siamo sopravvissuti.
E’ l’ironia ancora una volta a venirci in soccorso, insieme al grande stupore per la bellezza del creato, che in maniera surreale fa incontrare una donna e una giraffa davanti a un paesaggio da favola, e fa sentire loro che, “Malgrado tutto, era un mondo meraviglioso”. Con uno sguardo simile Escher si rivolge al mondo, quando afferma: “Colui che cerca con curiosità scopre che questo, di per sé, è una meraviglia”.