Quella casa

Anna Di Prospero - Milli Gandini

a cura di Manuela Gandini

 

Presentazione

L’indagine domestica è al centro della riflessione di entrambe, in tempi e spazi diversi. Quella Casa, titolo della bi-personale, è l’involucro universale di sentimenti, violenze, gioco, rivoluzioni e relazioni. Ciascuna delle artiste, generazionalmente lontane, adopera i propri vissuti per specifici linguaggi artistico/identitari. Milli Gandini, negli anni Settanta, rivendica il salario al lavoro domestico e trasforma gli strumenti di sfruttamento delle mansioni femminili in opera. Organizza convegni, scrive documenti e dipinge le pentole nelle quali ha sempre cucinato prima di chiuderle con il filo spinato. Smette di preparare le pietanze anticipando Glovo e coltiva duchampianamente la polvere. Non pulisce casa per mesi e, quando l’appartamento è abbastanza sporco, fotografa una compagna di lotte che posa per una performance, senza pubblico, scrivendo su mobili, piatti e scaffali lo slogan “Salario al lavoro domestico” accanto al simbolo femminista. I messaggi  sono generati dalla sofferenza inflitta da un patriarcato che si sta sgretolando. Con “Pensieri d’Agosto a Milano” (1985) - serie  presentata per la prima volta in galleria - l’artista, fotografata da Carla Cerati, dichiara sfrontatamente la conquista della propria autonomia oltre le pareti domestiche.

Se per Milli Gandini la macchina fotografica è un’arma per una rivoluzione linguistica, per Anna di Prospero, cinquant’anni più tardi, è uno strumento di rivelazione. Nello scorrere del quotidiano, la giovane artista, affrontando diverse serie tematico/esistenziali, fotografa ossessivamente soggetti rispettivamente legati a luoghi e persone: la casa, l’esterno, i famigliari, gli sconosciuti, i microcosmi e il Cosmo. In tutti questi casi, il suo obiettivo sottolinea il magico che si sprigiona dal dipanarsi delle ore, soprattutto notturne. Cosa avviene in Quella Casa? La serie fotografica Astray - quarto capitolo del progetto Beyond the Visible, in mostra in galleria - è un viaggio visivo ispirato a momenti di cambiamento e trasformazione, realizzato in una dimensione sospesa. Sono finestre su mondi interiori e apparentemente minori, dove realtà e immaginazione si uniscono. Si avverte però un’inquietudine di fondo tra gli arredi e i mobili scelti a puntino per una casetta modello. Ogni opera di Anna Di Prospero è una storia a sè che implica il perdersi per poi ritrovarsi. E’ un progetto di relazione con i mondi. Abbracciare l'ignoto e l'incertezza diventano passi cruciali per l’incessabile e avventurosa ricerca interiore che guida l’artista oltre il quotidiano.

Le opere in mostra

Quella Casa

Anna Di Prospero

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Milli Gandini

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