E' nata nel 1973 a Torino e vive e lavora in Svizzera.
Dopo aver conseguito la laurea in Architettura, ha deciso di seguire le orme di suo padre e dedicarsi all’arte. Attraverso la sua produzione artistica ha voluto unire la sua due grandi passioni: l’arte e l’architettura.
Luccicanti e multicolor, le opere di Sabrina Rocca seducono chi le guarda per il loro appeal accattivante e patinato. Paragonarle alle immagini cui ci ha abituato la pubblicità oggi sarebbe però un grosso errore, perché attraverso la riproduzione pittorica l’artista riflette sulla società contemporanea penetrandola in profondità al fine di carpirne le dinamiche interne, dinamiche che ad una visione superficiale e frettolosa rischiano di sfuggire. C’è una citazione di Max Beckmann che la stessa artista ha scelto per la copertina interna del suo catalogo, e suggerisce la chiave di lettura del suo lavoro: “Se vuoi entrare in possesso dell’invisibile, penetra il più profondamente possibile nel visibile”.
Il punto di vista di Sabrina, pur essendo attento e critico, al contempo non ignora il divertimento e la giocosità della vita metropolitana, catturando il fascino dei suoi colori, dei riflessi delle vetrine. La Rocca ha ereditato l’amore per il continente americano dal padre, che era un artista rinomato per le sue vedute di New York dall’alto. Lei è stata in grado di rielaborare questo background attraverso una prospettiva personale, svincolandosi dall'iniziale influenza della famiglia, aprendosi ad opere provocatorie impregnate di concettualità. Finestre, edifici e panorami incantevoli nei loro colori, segni rubati dalla principale strada, ci invitano a riflettere sul nostro modo di vivere, suggerendoci, con apparente leggerezza, una visione ottimistica ed una filosofia positiva della vita. Nella serie Gioie dell’infanzia , però, i suoi occhi guardano gli oggetti e i feticci del tempo perso, quel tempo in cui ognuno di noi era felice per le piccole gioie della vita di tutti i giorni, quando era sufficiente la magia di una pistola ad acqua o di una bolla di sapone per attivare un sorriso entusiasta.
Qui ci sono le dolci, deliziosi e frizzante, qui è la Gummy Bear che in un impeto di nostalgia, che tutti noi vogliono di più, alla ricerca di quella sensazione di disperazione, un pianto ‘età della fanciullezza’.
Nato a Ferrara nel 1943 e vissuto per anni a Venezia, fin dagli esordi ha realizzato opere dalla spiccata matrice concettuale. Si distinse per i suoi interventi artistici negli anni Settanta al Centro Polivalente di Ferrara e giovanissimo si impose alla X Quadriennale d’Arte di Roma nel 1975. In seguito espose nella celebre Galleria del Cavallino di Venezia, al Palazzo Correr di Venezia, a New York e Hong Kong, fino alla personale del 2008 a Basilea alla Galleria Marc de Puechredon. Si è spento nel settembre del 2009.
Nasce nel 1966 a Helsinki in Finlandia. Ha vissuto a Stoccolma e Berlino. Nel 1989 è a Roma, con una borsa di studio, dove frequenta la facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università degli Studi “La Sapienza” indirizzo Storia dell’Arte Moderna e l’Accademia di Belle Arti. Dopo qualche anno si trasferisce stabilmente a Roma, dove attualmente vive e lavora. Partecipa alla Biennale di Venezia del 2009 su invito della Repubblica Araba-Siriana realizzando None of them is the truth, un’installazione pittorica che ha ricoperto l’intero spazio a lui dedicato nell’intento di “inghiottire” lo spettatore all’interno del lavoro stesso. Alla Biennale di Venezia viene invitato anche nelle due edizioni successive (nel 2013 all'interno della collettiva "Cara amica arte" curata da Duccio Trombadori nell'isola di San Servolo, accanto a quelli di Giorgio De Chirico, Concetto Pozzati e del Cracking Art Group). A partire dai temi dell’evocazione della memoria e del ricordo, l’artista pone come protagonista dei dipinti la quotidianità, con toni contrapposti ma concordanti per evidenziare il positivo e il negativo dell’immagine, la sua presenza e il suo vuoto.
Nata a Loano (SV) nel 1970, si diploma presso l'Accademia di Belle Arti di Brera a Milano nel 1994 e in breve tempo si afferma come artista e performer presentando il suo lavoro in noti spazi espositivi italiani.
Dal 1997 ad oggi, lavora con video, installazioni, foto e disegni. Collabora con importanti curatori (tra cui Francesca Alfano Miglietti, Renato Barilli, Alessandra Galletta, Silvia Grandi, Fabiola Naldi, Guido Bartorelli), gallerie (tra cui Luciano Inga Pin e Placenta Arte Piacenza) e istituzioni artistiche quali il MAMbo di Bologna (dove si tiene una sua performance nel 2010 e una nel 2016), la Galleria Civica di Trento, la Fabbrica del Vapore Milano, la Basilica Palladiana di Vicenza, la Fabbrica Borroni a Milano, Palazzo d’Accursio a Bologna, il Castello di Rivara a Torino, ALT Alzano Lombardo di Bergamo, l’Università di Bologna (Videoart Yearbook 2010, "Omaggio a Giovanna Ricotta"). Nel 2015 ha avuto luogo una sua vasta antologica nel Palazzo Pretorio di Cittadella (Padova), con il patrocinio del DAR Dipartimento delle Arti, dell'Università di Bologna e del DBC (Dipartimento dei Beni Culturali), Università degli Studi di Padova, curata da Guido Bartorelli e Silvia Grandi.
Nato a Ferrara nel 1949, vive tra Ferrara e Milano. Ha all'attivo numerose esposizioni in manifestazioni internazionali: dal Centre George Pompidou di Parigi alla Biennale di Sao Paulo in Brasile, dal video premiato al Festival del Cinema di Locarno, alla Galleria d'Arte Moderna di Bologna. É presente a Documenta Otto a Kassel nel 1986 e alla Bleeker Gallery di New York, dove inizia il percorso di lavoro insieme ad Achille Bonito Oliva. Di grande impatto é la sua proposta alla 45esima Biennale di Venezia nel 1993.
Nato a Domodossola nel 1974, si dedica per anni al reportage, lavorando nei Balcani, in Amazzonia, ed in altre realtà dell’area latino-americana. Parallelamente sviluppa una ricerca incentrata sul rapporto fra fotografia ed altre arti: dalla pittura (Guernica 2000, 1999; Omaggio a Sironi; 2007), alla letteratura (le ricerche ispirate alla poesia di Borges e Pessoa, 1998-2004), sino al cinema (“Visioni”, 2006-2007)
Nel 2005 firma il suo primo lungometraggio dedicato all’artista Fausto Pagliano. Fra i suoi lavori più recenti, la serie New York, Metafisica di un paesaggio urbano (2009); Horror vacui (2008) e una ricerca sul tema della "post-memoria"(2008).
Nasce nel 1978 a Faenza. Vive e lavora ad Alfonsine (Ravenna). All’età di 12 anni dipinge il primo quadro, Un mazzo di fiori, che regala ai suoi nonni, instaurando così un rapporto intenso con l’ambiente famigliare, tematica che caratterizza tutta la sua opera. L’oscurità quasi teatrale che prevale sulla luce, concentrata esclusivamente sulle figure o su parte di esse, accentua un senso di spaesamento e al tempo stesso di innegabile sacralità. Dal 2005 partecipa a esposizioni collettive e personali tra cui la mostra al MAR di Ravenna nel 2014 in occasione del Premio Marina di Ravenna.
Ha indagato il paesaggio contemporaneo attraverso una serie di fotografie digitali e un video aventi per soggetto la creazione di un mondo virtuale, di una natura fantasiosa e artificiale.
È nata a Ferrara nel 1980, dove attualmente vive e lavora. Nel 2006 consegue il Diploma di Scultura presso l’Accademia di Belle Arti di Bologna e nel 2008 ottiene la Laurea specialistica abilitante all’insegnamento di Discipline Plastiche presso la stessa Accademia. Dal 2008 al 2011 frequenta il Corso triennale di formazione avanzata per giovani artisti “Il Mestiere delle Arti”. Espone dal 2003 e negli ultimi anni ha collaborato con vari artisti e musicisti. Dal 2009 è una componente del gruppo artistico laCRUNA e dal 2013 lavora anche nel campo cinematografico realizzando film e cortometraggi.
Nasce a Bologna nel 1986. Studia scenografia e costume presso l’Accademia di Belle Arti di Torino e di Bologna e, durante i primi anni di studio, ha l’occasione di fare diverse esperienze formative in Italia e all’estero. Una fra tutte è l’esperienza dello stage, della durata di un anno, presso la Fondazione Pistoletto – Citta dell'arte di Biella, una delle realtà culturali più interessanti a livello nazionale ed internazionale. Nel 2008 viene selezionata per il programma di scambio culturale Erasmus che svolge presso il dipartimento di scenografia e costume della Kunsthochschule Berlin Weißensee in Germania. E l’anno successivo Berlino diventa la città in cui vive tutt’ora, dove prosegue gli studi nella stessa Accademia fino al conseguimento della laurea, nell’estate del 2012, con la tesi "Il costume in movimento" (Kostüme in Bewegung, bewegte Kostüme). A Berlino lavora da diversi anni come costumista e designer freelance, in particolare per produzioni di danza contemporanea, specializzandosi nella relazione tra costume e corpo in movimento. Lavora inoltre per Maiami, una giovane etichetta berlinese di maglieria lavorata a mano e di accessori. Nel 2009, con una mostra collettiva alla W.I.R. Gallery di Berlino, comincia a sviluppare un linguaggio artistico figurativo molto personale, lavorando prevalentemente con il ricamo. Realizza libri d’artista, arazzi e illustrazioni ricamati a mano, lavori a maglia e una serie di azioni performative sempre legate al filo e al ricamo come azione. Espone in diverse gallerie italiane e nel gennaio 2011 presenta la sua prima personale, Il filo di Arianna, presso lo spazio espositivo eLaSTiCo di Bologna, all’interno del programma di Arte Fiera Off.
Per la prima volta Artisane, in occasione della mostra alla MLB di Ferrara, Fantin si propone, con un nome collettivo, di favorire pratiche d’arte condivise tra i giovani artisti e di divulgare un punto di vista in comune.